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Sourmash, al Circo Magico con Emerson

Aggiornamento: 30 ago 2023


Ci venne l’idea di formare una band di Country americano, specializzata nel riproporre brani di Crosby, Stills, Nash & Young ed altri autori. Eravamo alla fine degli anni 70 ed una cover-band era una specie di rarità in un periodo storico con grande fermento di idee. Amici americani suggeriscono il nome della band: Sourmash. Ci dicono che è un tipo di whiskey e per un gruppo country è proprio azzeccato. Gli crediamo sulla parola, poi scopriamo che c’è scritto perfino nell’etichetta del Jack Daniel’s. Ok, è un bourbon, ma va bene lo stesso. Teniamo concerti in giro ottenendo una notevole risposta di pubblico riempendo palazzetti dello sport e teatri, e la cosa ci fa naturalmente un grande piacere. Leggi la storia del nostro concerto a Imola. (link)

Una sera di primavera l’amico Emerson Gattafoni (link) che poi diventerà un famoso anzi, un mitico regista Rai, ci chiede la collaborazione per un suo nuovo progetto, il “Circo Magico”, un teatro tenda musicale itinerante. Si tratta di raggiungerlo con la band in Sardegna zona Costa Smeralda, per una settimana di concerti. Siamo nel luglio 1979, l’offerta di collaborazione ci piace e ci onora anzi, di più! Ed è davvero molto allettante. Accettiamo all’unica condizione di pagarci anticipatamente le spese di viaggio e di soggiorno, non si sa mai, non siamo mica dietro casa e siamo giovani squattrinati…

Passa il tempo ed ecco, è arrivata l’ora, si parte!

Siamo una vera carovana di cui cinque musicisti: Giangio, Giorgio, Roberto C., Roberto R. ed io, e quattro accompagnatrici: Antonella, Fidalma, Marta e Paola.

Poi sul posto incontreremo altri amici partiti in precedenza.

Abbiamo sulle spalle tende, sacchi a pelo, strumenti musicali, zaini pieni di vestiti e quant’altro.

Siamo così carichi che sembriamo dei somari. Viaggiamo in treno fino a Civitavecchia, poi l’imbarco con posto di ponte sul traghetto per Olbia, in Sardegna la vecchia littorina fino ad Arzachena, un passaggio in auto e per finire anche una bella scarpinata per arrivare alla meta: Cannigione. Si, c’è voluto un giorno e mezzo, un viaggio impegnativo.

Siamo stanchi e provati, ma per fortuna la sera si suona, ci divertiremo! Sul posto chiediamo a questo e a quello ma nessuno sa niente, poi finalmente un tizio dal forte accento romano ci indica dove è montato il tendone, ricordo ancora la frase pronunciata: “Ahò, ce so du cactus che se strippa!”. Meno male che non è lontano, siamo con le energie in riserva e non vediamo l’ora di sistemarci.

La Sardegna è bellissima, forte e aspra. Non c’è bisogno di ribadirlo, lo sanno tutti ed è una ambita meta di vacanze. Camminando ci godiamo i sughereti e la natura cruda ma il sole picchia sodo, per fortuna è ventilato. Già, il vento e la Sardegna… questa terra è così antica che non ci sono più terremoti e le montagne sono diventate colline, perché consumate dal vento. C’è chi dice che sia quello che rimane della vecchia Atlantide, ma chi lo sa se è vero o no! Di certo lavoravano il bronzo già 4000 anni fa, hanno ancora in uso uno strumento musicale a triplo calamo che si chiama Launeddas, che esiste da 3000 anni ed è uno dei più antichi del mondo e l’isola è costellata di strani agglomerati in pietra tronco-conici: i famosi nuraghe. Si pensa siano oltre 6000 anni e nessuno ha ancora capito a cosa servissero. Magia pura.

Quasi quasi ci scappa un bagno al mare ma siamo arrivati, c’è un cartello con la scritta “Circo Magico” all’ingresso di un sentiero, che prontamente imbocchiamo. Poco dopo l’ingresso un tipo arrampicato su una pianta ci saluta, poi vediamo una ragazza nuda che sta facendo la doccia utilizzando un tubo per innaffiare anzi, il tubo glielo regge un signore anziano, o almeno così sembrava a noi, poco più che ventenni. Ecco il Flower Power! Ci guardiamo attorno… Dove sarà il tendone? Non riusciamo a vederlo. Ma ecco che compare Emerson e dopo i saluti e baci doverosi domandiamo “Ma dov’è che avete piazzato il tendone?”, un attimo di pausa poi la risposta agghiacciante “Se l’è portato via una fortissimo temporale un paio di sere fa…” Come sarebbe a dire un temporale? Siamo venuti fin qui solo per trovare ‘sto sfacelo? E adesso che si fa? Ma non dicono che in Sardegna non piove mai? Che c’è la crisi idrica? Che va tutto in fiamme perché non c’è l’acqua? Ci cade la mascella. Tranquilli ragazzi non c’è problema, facciamo tutto lo stesso! Dice Emerson. Abbiamo preparato un palco, sono rimaste delle piantane con i fari e c’è pure l’impianto di amplificazione. Abbiamo anche un paio di potenti seguipersone! (sarebbe il famoso occhio di bue…).

Siamo perplessi ma facciamo di necessità virtù. Vista la sfiga ci chiediamo se stasera pioverà ancora…


Ci accompagnano al campeggio dove ci sistemiamo per bene montando il campo. Facciamo una doccia, mettiamo a posto le cose insomma ci organizziamo come si deve. Impareremo anche la sera prima di coricarci, a guardare bene in tutti gli anfratti del corpo per vedere se si sono attaccate quelle simpatiche bestiole delle zecche. E la sera per suonare si torna tutti al Circo Magico anzi… Maggico, visto che qui son tutti romani. Strumenti a posto, soundcheck fatto, siamo pronti e va tutto bene anche se è umido e fa freddo. Ma il pubblico dov’è? Non si vede nessuno all’orizzonte. Ci saranno dieci persone a dir molto, praticamente il nostro entourage… Suoniamo lo stesso, ci divertiamo ma non siamo pagati perché non c’è la gente. Ok, andrà meglio domani! Macchè, la sera seguente stessa cosa, un buco clamoroso.

Cominciamo a pensare che farsi pagare le spese prima sia stata una cosa molto saggia. La terza sera c’è gente! Nel pomeriggio qualcuno è andato in giro in macchina con gli altoparlanti montati sopra, della serie i Blues Brothers, e questo ha portato risultati. Questa volta ci pagano!

Decidiamo di spendere i soldi del cachet noleggiando una barca con tanto di marinaio. Dai che la mattina dopo si salpa! Ci divertiamo come pazzi stando fuori tutto il giorno girando per mare li intorno. Andiamo a Caprera e in altre fantastiche isolette con calette dal mare trasparentissimo, altro che Caraibi, alcune sono zone militari recintate. Siamo stati anche a Porto Cervo, dove con la nostra barchetta siam passati vicini a giganteschi yachts con tanto di panzone in pantaloncini steso sullo sdraio e fighette in topless. Non ci fermiamo nemmeno a bere un caffè, che ci avrebbero pelati… non ci sono prezzi proletari lì.

Alla fine della giostra ci divertiamo lo stesso anche se i fasti promessi non ci sono stati. Ci eravamo immaginati qualcosa di fantasmagorico, Emerson aveva descritto la cosa con toni mirabolanti. Non ci aspettavamo Woodstock ma nemmeno la realtà che abbiamo trovato. D’altronde la beffa del meteo avverso è stata pesante soprattutto per gli organizzatori che noi almeno una vacanza l’abbiamo fatta, e in un posto meraviglioso, la Sardegna.

È fatta, si torna a casa. Hanno fatto parte nelle varie edizioni di Sourmash:

Giancarlo “Giangio” Del Vecchio, Roberto Cecchini, Roberto Russo, Claudio Cardelli, Tony Rossano, Tiziano Ricci, Giorgio Lugli, Antonella Melone, Simona Marongiu ed io.



Riccardo Marongiu©

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