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Immagine del redattoreRiccardo Marongiu

Musica Dentro cap.2


Continua da "Musica Dentro cap.1


Macché. Subito un problema.

Susanna non risulta nel sistema dei loro computer, ma nel cartaceo invece si, insomma in uno dei soliti libroni. Perdiamo altro tempo, che tocca controllare, registrare, annotare. Meno male che risulta chiaro che noi non c’entriamo niente, e che la colpa è di qualcuno che non ha inserito qualcosa da qualche parte, ma vattelapesca alla burocrazia.

Poi, finalmente va tutto a posto, la nostra posizione è chiarita, siamo regolari.

Si può procedere.

Ci danno dei badge con l’indicazione VISITATORE, da tenere spillati bene in vista, poi:

“Avete i vostri telefonini?”

“Si.”

“Ecco, allora depositateli in uno scomparto li negli armadietti, vi do la chiave, è il numero 34, e intanto…”

Rivolgendosi a Susanna.

“Mi può aprire quella borsa?”

Controllo contenuto borsa regolare, nulla di sospetto, poi rivolgendosi a me indicando la custodia della chitarra.

“Cosa c’è li dentro?”

“Beh, c’è la mia chitarra, ma abbiamo chiesto l’autorizzazione.”

A dir la verità avrei voluto dire che c’era un Kalashnikov, ma dubito che avrebbero apprezzato la battuta.

Poi altra telefonata, con a seguire ricerca sui libroni. Il controllo esistenza autorizzazione chitarra è positivo, meno male.

“La apra.”

Apertura della custodia, poi esame anche della tasca dove si tengono musiche ed accessori. Meno male che non mi han chiesto di smontare la chitarra… magari però avrei potuto suonare qualcosa.

“Depositate tutto quello che non vi serve sempre nell’armadietto 34.”

Sul corpo ci passano dappertutto con un metal detector portatile di quelli già visti nei musei, e finalmente ci fanno passare!

È sembrata una eternità, ma probabilmente non sono passati più di una ventina di minuti, massimo una mezzora.


Usciamo dal Blocco. Siamo “dentro”.

“Ci siamo Riki, ce l’abbiamo fatta.”

Cinguetta Susanna. E mi scappa detto.

“Wow, si… certo che son lunghini qui.”

“Già, guarda son le 10.40, vuol dire che ci son voluti quaranta minuti circa per arrivare fin qui.”

“Un po’ meno cara, che sei arrivata in ritardo!”

Lo sguardo diventa torvo, sembra prepararsi una folata di polemiche, ma poi non succede niente.

Siamo all’aperto, ci troviamo nello spazio tra l’alta cinta muraria con tanto di camminamento in cima e le varie palazzine.

Entriamo nella prima, dove subito ci fermano e ci fanno passare sotto un metal detector di quelli fissi, quelli da aeroporto a forma di porta.

Si mette a suonare…

Tranquilli, scopriamo subito che è la fibbia della mia cintura.

Andiamo avanti accompagnati da un agente, che ci scorta attraverso un percorso un po’ tortuoso, con altri posti di guardia, cancelli da superare, fino alla palazzina dove c’è il teatro, e di certo noi la strada non la conosciamo.

Guardandomi attorno noto che ci sono telecamere dappertutto, ma è roba vecchia e chissà da quanto tempo ce l’hanno. Sospetto che siano quelle in bianconero con scarsa definizione.

Dobbiamo passare da una doppia porta che si trova a lato di un gigantesco cancello scorrevole, che proprio in quel momento si apre.

È un attimo!

Subito mi viene in mente “She caught the Katy”, dal film the Blues brothers, quando Jake esce e Elwood lo aspetta in macchina. Lo canticchio piano piano all’orecchio di Susy, che ride ma nel frattempo mi guarda male.

“Riki sta zitto dai!”

Smetto di canticchiare ma non c’è verso, la chitarra di Matt “Guitar” Murphy mi continua a suonare in testa.

Mi sento un po’ scemo.

Arriviamo ad una delle palazzine interne, c’è solamente un altro massiccio cancello da superare, un altro metal detector dove passar sotto, e una ulteriore perquisizione di borse e custodie.

La battuta sul Kalashnikov è ancora lì sulla punta della lingua, e li rimarrà, ma ormai non è niente, ci siamo abituati in fretta.

Finalmente ci siamo, e veniamo accompagnati nel "teatro", dove ci aspettano le ragazze e i ragazzi che si sono iscritti al corso. In effetti è un salone con una ottantina di posti a sedere, un palco rivestito di moquette blu ed una acustica terrificante.

Per organizzare tutto al meglio i partecipanti al corso erano stati selezionati in precedenza grazie ad una indagine conoscitiva condotta dal personale della Casa Circondariale, in base a nostre indicazioni.


Continua...



Riccardo Marongiu©

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