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Ma quale Bach, evviva Sanremo!

Aggiornamento: 26 ago 2021

Mi sento di dire qualcosa sull'argomento concerto, ma in forma poetica

dal mio libro "Lo Dico Qui"



il Concerto


Fin da piccolo amavo le ouverture di

Rossini e le sonate di piano, ma soprattutto quei brani orchestrali,

Brahms e Beethoven e Mozart e Wagner,

quei grandi tedeschi su cui spicca Bach.

E poi la musica dell’est d’Europa:

Dvorjak e Bartók, il grande Stravinsky.

Ma poi sentii i Pianeti di Holst,

da cui a Hollywood tutti han copiato.

Poi c’è Ligeti, Berlioz e Ciajkosky,

anche se sempre su tutto e su tutti

a me colpiscono i Brandeburghesi,

di cui soprattutto il numero tre,

che ho ascoltato davvero un casino,

assieme a quell’altra, la grande Sagra.


Che emozioni a sentirsi riempire da queste musiche di questi autori...

Che sentimenti ti ispirano sempre,

gioia davvero, cibo per l’anima, senso di grande, e che appagamento!

Scappan a volte perfin le lacrime.


Poi c’è un problema e mica da poco

quando ti trovi a sentirla dal vivo, è l’apparato il contesto il contorno.

Quegli orchestrali che sembran pinguini,

e le cantanti vestite in lungo,

con i coristi che laggiù in fondo son sempre tristi reggendo un libro.


E il direttore? Che poi se la mena. Il direttore che suda a manetta mentre si agita in mille gestacci, che sembra iddio in piedi sul podio,

con quel vestito ridicolo e scemo sol per far colpo sulla plebe ignorante.


Ma c’è una cosa che dobbiamo dire

senza però che ci sentano troppo. E lo diciamo un po’ sottovoce perché continui questa tradizione!

Facciamo credere a tutti i borghesi

qui convenuti in giacca e cravatta

con vesti firmate ed anche scollate,

che qui siam davvero di fronte all’arte!

Apparecchiati e apparecchiate,

son li per sentire il grande evento di cui però non capiscono un cazzo,

che sono ignoranti come le capre.

Dicon che è bello! Ma poi non è vero,

son solo addestrati a dire così. Gli han detto sì! Che quella è la musica,

che è l’unica vera, solo la sola

che vale qualcosa, e il resto è merda!

Borghesi del cazzo, di musica a voi

non frega niente, di musica a voi

meglio non farla, che non l’ascoltate.


Ma ecco che entrano i musicisti,

e chi se li caga, e chi se ne frega,

poi quando arriva il direttore,

che scappa fuori con un grande effetto

appena è finita l’accordatura, scatta l’applauso! Che è garantito, che è come sempre, come è di rito.


Ecco comincia il grande concerto! Ma che fatica a stare in silenzio! Che ti vergogni perfino a tossire, che non sai mai quando puoi applaudire,

che per fortuna c’è sempre il saputo

pronto a scattare sull’ultima nota,

per far vedere a tutti quegli altri,

con soddisfazione, quant’è erudito!


Dai che è finita! Che ce l’abbiam fatta

Il rito è finito si chiacchera un po’.

Tutti impettiti, gonfiati di boria, son lì nel foyer per farsi vedere

e pronti a giurare: Rossini è un genio! Che oggi è uno schifo, che il rock è merda!

Ma se domandi a uno di questi: guardi, mi dica le sue preferite tra tutte l’Opere di Gioachino... più che il Barbiere non san cosa dire, che c’è perfino quell’oca giuliva tutta firmata che dice... l’Aida.


Poi lì c’è quel tipo che si dà arie

sputando che nell’ottantatre ci fu

l’edizione e con quell’uno e con

quell’altro, regia di Coso, scene di

Cosa, come si chiama la tipa lì?


Non si ricorda? Fu memorabile. Certo che c’ero! Non è come oggi che i tempi son grami, non c’è più arte,

si stava meglio, che oggi è un casino!


Vanno ai concerti ma solo per l’ego,

solo per esserci, solo per moda,

convinti sono di essere a posto! E chi lo spiega a questi sfigati

che studiar musica per poi godere delle creazioni che han fatto ‘sti geni, sia tra le cose più meravigliose che qui in questo mondo si possano fare.

E poi per essere proprio precisi, fargli capire a questi fighetti che c’è una cosa, e molto importante: c’è che la musica è un’altra cosa, è spirituale e viene dal dio, non è materia, e neanche terrestre. State in silenzio! Fermate la mente!

Aprite il cuore... la musica è un dono, è spirito puro, dono del cielo.


Ma tant’è vero non c’è soluzione.

Lo immaginate... ma che risultato,

se non ci fosse un tale apparato?

Come potrebbero questi ignoranti

giunti fin qui, in questo auditorium

per questo concerto, a rispettare la grande musica che qui è eseguita

con tanta arte, con tanta passione.

Come potrebbe tenersi il silenzio,

come potrebbe destare attenzione.


Ma sì, continuiamo ad addestrare ‘ste capre, continuiamo a mantenere

questi usi, questi costumi che poi sennò le capre belano, si fanno i cazzi loro, ma chi se ne frega! Tanto la musica non è importante. Finito è il concerto, ma che tortura!

Andiamo a casa, accendiamo la tele,

stiamo in mutande, spegniamo il cervello!

Che finalmente ce l’abbiam fatta: ma quale Bach! Evviva Sanremo!



Riccardo Marongiu©

tutti i diritti riservati




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