Già, come?
Senz’altro strani, diversi, fuori dagli schemi per questo e quell’altro motivo, distaccati da certi meccanismi sociali, spesso avulsi dai condizionamenti culturali, magari dediti a pratiche particolari ma sicuramente pacifici, innocui, tranquilli! Musicisti violenti si trovano difficilmente.
Ma noi musicisti lo sappiamo che siamo guardati di traverso perché siamo… diversi.
Ma noi musicisti lo sappiamo che siamo amati perché siamo… diversi.
Soprattutto abbiamo ben presente che la considerazione di cui godiamo non è molto alta socialmente. Me lo dicevano fin da ragazzo:
I musicisti non fanno un lavoro serio anzi, non fanno affatto un lavoro!
Pensa, si divertono…
Come fosse un peccato divertirsi, come fosse che per lavorare si debba soffrire e basta.
Dicono che ci occupiamo di una cosa futile, che non produciamo niente e che magari siamo pure drogati.
Anni fa, tanti anni fa, un episodio mi ha chiarito definitivamente le idee per capire come veniamo visti e quanto i musicisti non contino molto e non siano tanto considerati. Ecco si, è gente che non da fastidio se non per il rumore che fa, tanto pensano solo a suonare e vivono in un mondo parallelo. È tutto.
Qualcuno potrebbe pensare pure: Poveretti…
Ma ecco l’episodio…
Mi trovavo a Bologna per fare una serata in un albergo di lusso con una di quelle band tuttofare da intrattenimento musicale.
Dopo aver montato gli strumenti ed eseguito il soundcheck decidiamo di andare un po’ in giro per la città che quell’ambiente a cinque stelle ci stava come dire un po’ “stretto”…
Ecco che alla fine del giro ci ritroviamo al bar della stazione per un aperitivo.
Si parla di questo, si parla di quello, si cazzeggia, il tempo passa.
Ad un certo punto ci rendiamo conto che siamo in ritardo anzi, in ritardissimo. Daniele, uno di noi scatta fuori a prendere la macchina al parcheggio, intanto noi si finisce l’ultimo goccio e si paga il conto.
Mentre stiamo uscendo ecco che Daniele arriva con l’auto, ha fatto davvero presto, saliamo di corsa e via! Si parte a tutta birra, dai che forse ce la facciamo ad arrivare in tempo.
Tre o quattrocento metri dopo, due macchine della Polizia ci superano a sirene spiegate e ci bloccano la strada. Ci fermiamo subito e mentre ci cominciamo a domandare che cosa stia succedendo vediamo i poliziotti uscire precipitosamente dalle auto imbracciando armi automatiche, posizionarsi intorno alla nostra macchina e intimarci ad alta voce di scendere, istantaneamente!
Cosa volete, davanti ad un mitra puntato non c’è scelta…
“In alto le mani!” ci dicono mentre scendiamo.
“Signor poliziotto guardi che ci deve essere un errore” biascica qualcuno di noi, ma lui “Silenzio!”. Cominciamo a preoccuparci davvero mentre vediamo i suoi colleghi guardare dentro la macchina, ma senza entrarci.
Un altro con voce imperiosa ordina “Aprite il bagagliaio!”.
Detto e fatto il cofano viene alzato e li dentro compaiono le custodie delle chitarre.
Uc poliziotto ci guarda di sottecchi e Con tono deluso chiede “Siete musicisti?”
Noi si risponde affermativamente. Siamo musicisti e dobbiamo andare a suonare nel tal posto anzi, siamo in ritardo, ecco perchè correvamo
I poliziotti si guardano, i mitra che avevamo puntati addosso ora si abbassano come se fossero loro cascate le braccia. Le facce dei poliziotti cambiano espressione per diventare come dire… da cattiva ad avvilita.
Si capisce subito che c’è stato un repentino cambio di rotta. È trasparente il come ci considerano ora: siamo solo dei musicisti innocui! Ma quali criminali, rapinatori o che, musicisti!
Gente che non conta niente, specie di inetti, che vuoi fare… poveretti.
Ecco che chiariamo bene tutto.
Insomma, avendoci visto salire di corsa in macchina e partire sgommando, han pensato ad una rapina o qualcosa di simile ed hanno agito di conseguenza.
La cosa più stupefacente è stato il notare l’immediato cambio di atteggiamento dei poliziotti, noi da potenziali criminali a gente innocua nel giro di un secondo.
Sono solo musicisti!
Loro da aggressivi incazzati con le armi spianate a delusi abbattuti.
Sembravano perfino diminuiti di statura…
Capiamo che si erano galvanizzati perché forse speravano di avere fatto il colpo grosso e invece no, hanno fermato solo dei poveri musicisti, sì magari son drogati, forse… ma non fanno del male ad una mosca.
Ci si saluta come vecchi amici, tanto ai musicisti si da sempre del tu, così come ai criminali, alla gente di colore, alla servitù.
Si va all’albergo ora, si va sul posto di lavoro.
Dopo aver toccato con mano cosa vuol dire essere un musicista (e vale anche per gli artisti in genere) arriviamo in grave ritardo. Ci chiedono spiegazioni, ma abbiamo una scusante grandiosa.
Tutto finisce bene.
Riccardo Marongiu©
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