Articolo trovato in rete, autore non individuato.
Come noto la musica jazz è basata sull'improvvisazione, sull'inventare nuova musica in ogni istante. Fino a ieri però nessuno sapeva cosa succede al cervello di un jazzista mentre improvvisa. Ora uno studio di un pool di ricercatori della Johns Hopkins University of Baltimora svela quali sono i meccanismi neuronali dell'improvvisazione.
Lo studio è stato fatto osservando con una risonanza magnetica il cervello di sei pianisti jazz che hanno eseguito prima un brano scritto su spartito e poi in un assolo di jazz. Durante l'improvvisazione si è osservata una ridotta attività neuronale della corteccia prefrontale, come se improvvisando il musicista diminuisse il controllo di alcune sue percezioni superficiali abbandonandosi alla creatività .
Ma non solo.
Contemporaneamente nei pianisti impegnati nell'improvvisare jazz si è osservato un aumento dell'attività prefrontale dedicata all'espressione di sè, la stessa zona che viene interessata quando si racconta una storia. In effetti, se vi faceste raccontare da un jazzista cos'è il jazz, o meglio se vi metteste a suonarlo, un bravo maestro vi darebbe questi consigli: "Studia le scale, l'armonia, la tecnica... ma poi quando suoni lasciati andare, proprio come se stessi raccontando una storia..."
Una storia che nella musica è fatta di note, sentimento, intuizione, ma anche di cifre e matematica. Tanto che nel corso dei secoli da Pitagora, Platone, Aristotele, fino ad arrivare ai contemporanei Schoenberg e Stockhausen, ci si è sempre chiesti se il linguaggio della musica fosse basato sui numeri o sulle passioni.
Voi che ne dite, Numeri? Emozioni?
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