Sono particolarmente felice di avere scritto assieme a Claudio Tombini questo omaggio a Giorgio Gaber, un “Italiano qualunque” che ha attraversato quarant'anni della nostra storia in una compenetrazione continua tra pezzi di vita pubblica e privata.

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Ironico, ruvido, istrionico, nel corso degli anni è stato definito in molti modi, ma qualsiasi etichetta risulta insufficiente a riassumerne la personalità.

 

Gli amici e i sostenitori lo chiamavano affettuosamente Signor G.

Alternando con straordinaria intensità musica e monologhi, Gaber ci ha insegnato molto combattendo tra vita e nevrosi, tra benessere e scoramento, cantando l'illogica allegria e il "diritto di vivere il presente", mettendo a nudo gli intralci della coerenza e le asperità dell'onestà fu un intellettuale senza cattedra.

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Claudio ed io interpetiamo le canzoni e i monologhi tratti dagli innumerevoli spettacoli che il duo Gaber - Luporini ha creato in oltre trenta anni di attività, fustigando senza pietà potere e borghesia, destra e sinistra, ricchi e poveri, brutti e belli.

Il tutto ancora attuale, ancora valido, ancora vero.

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E' visibile in rete un bellissimo reportage fotografico di Luciano Serafini dal quale sono tratte molte delle foto qui accanto